Il Museo Mandralisca, dell’omonima Fondazione, comprende le collezioni archeologiche , artistiche e scientifiche del barone Enrico Piraino di Mandralisca, patrizio cefalutano del XIX secolo. In esso si possono ammirare utensili preistorici di pietra levigata in ottimo stato di conservazione, statuine e vasetti fittili greci, greco-siculi ed italioti del periodo compreso tra il VII ed il I sec. A.C. e crateri greci con figure rosse su fondo nero dei quali alcuni presentano un’impronta compositiva etruscheggiante. Si distingue per originalità, rarità e realismo un vaso proveniente dagli scavi di Lipari che, raffigurando un venditore di tonno, riproduce una scena tipicamente ambientale, carica di humour e di poesia mimetica sofronesca.
Sono da segnalarsi un capitello ionico-arcaico del VI sec. a.C. molte lucerne ed un frammento di pavimento romano e delle stele funerarie arabe. Degna di considerazione è la ricchissima collezione numismatica nella quale sono rappresentate le principali città-stato della Sicilia antica e
non mancano le monete coniate nella zecca di Cefalù. La raccolta delle monete liparote è tale che nessun altro museo europeo ha eguale per numero e bellezza
Nella pinacoteca sono esposte tante opere che potrebbero degnamente ornare un considerevole numero di sale. Pare opportuno indicare almeno alcune che eccellono per sicuri pregi artistici.
Due vedute di Venezia della scuola del Guardi ed alcuni quadri fiamminghi del XVII sec., fra cui una tavola di Francesco Mieris, richiamano subito l’attenzione del visitatore provveduto.
Seducenti sono anche alcune tele caravaggiesche di autori vari fra le quali s’impongono due nature morte presumibilmente del Ruoppolo, un giullare carnevalesco “suonatore di putipù” di Francesco De Maria ed una “vecchia con anfora e prosciutto” del Baburen. Di mistica bellezza sono una Madonna cinquecentesca che allatta il bambino di A. De Saliba ed un “San Gerolamo” attribuito a Dionisio di Calvert. Eccellenti sono anche una “Sacra famiglia” del XVI sec. di V. Catena, una “donna malinconica” attribuita a Domenico Fetti, dei dipinti di Pietro Novelli , “un’ultima Cena” di un seguace del Ruzzolone ed alcune tavole bizantineggianti di autori cretesi-veneziani del XV , XVI e XVII sec. fra le quali una firmata a nome Giovanni Mosco.
Il gioiello della collezione è un “ritratto di ignoto” di Antonello da Messina che raffigura un massaro siciliano con le labbra atteggiate ad un ineffabile sorriso grondante di ironia, di furbizia e di saggezza fatta di silenzi elonquentissimi. Ogni tentativo di descrivere le opere d’arte è destinato a naufragare ed a riuscire inefficace ove non intervenga la visione diretta di esse. Pertanto questo succinto rapporto informativo vuole soltanto essere un invito a visitare il Museo Mandralisca per il quale Cefalù è nota in ogni angolo della terra.
Per gli appassionati di malacologia si segnala infine una collezione di conchiglie costituita di oltre ventimila esemplari appartenenti a circa cinquecento specie e provenienti dai mari di tutto il mondo.
Salvatore Termini