La luna occhieggia
tra i torrioni aerei
della basilica ruggeriana
piantata nella roccia.
Dai gradini di calcare
a lumachella, lisci
per l’antica usura,
contemplo le fiammelle
pentecostali e i merli
a coda di rondine,
segni del funesto potere.
Nella notte placida,
dal ciel sereno
piove la luce sul Piano,
palmoso e silente.
L’eco dei secoli
mi risuona nell’animo,
mista alle voci del presente,
e mi dà le vertigini.
A due passi dal Cristo
Pantocratore del catino,
tenero, benedicente,
sprofondo nel mistero
della vita umana.
Salvatore Termini